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Le caratteristiche litologiche e morfologiche delle formazioni affioranti attualmente nel territorio lariano consentono di ricostruire l’evoluzione subita dall’area nel corso delle diverse ere geologiche. Ciò che osserviamo ora non è che il risultato del movimento di diverse masse continentali che nel corso della storia hanno portato all’apertura e chiusura di oceani, alla formazione di catene montuose e alla loro successiva erosione.

Tralasciando i periodi più antichi e complessi (circa 380 milioni di anni fa) testimoniati dalla presenza di rocce cristalline che non sono che il residuo di una vecchia catena montuosa quasi totalmente erosa (catena Ercinica), si può dire che la storia delle rocce che costituiscono il Lago di Como ha inizio circa 300 Milioni di anni fa. La testimonianza di ciò è data dalla presenza di alcuni piccoli affioramenti di rocce di età Carbonifera, ricchi di resti vegetali fossili formatesi in ambienti paludosi caldo/umidi.

Qualche milione di anni più tardi, nel periodo Permiano, iniziò la fase di erosione della Catena Ercinica; il paesaggio si presentava come una grande pianura alluvionale dove si depositavano ghiaie e sabbie. Il Verrucano Lombardo è la roccia che si è formata in quegli ambienti circa 260 milioni di anni fa.

 

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Figura 1:   1. Paleomappa della distribuzione dei continenti circa 255 milioni di anni fa (Permiano), la stella indica la posizione di deposizione dei sedimenti che affiorano oggi sulle sponde del lago.   2. Esempio di piana alluvionale, ambiente tipico di deposizione del Verrucano Lombardo.   3. Dettaglio di un conglomerato appartenente alla formazione del Verrucano Lombardo.

 

Successivamente, nel periodo Triassico (oltre 200 milioni di anni fa), iniziarono a deporsi grandi spessori di sedimenti, in gran parte di natura carbonatica, in un oceano chiamato Tetide, che si trovava a latitudini tropicali e che al tempo separava il continente Europeo da quello Africano. Un esempio tipico attuale è rappresentato dalle isole Bahamas, una serie di isolotti carbonatici divisi da lingue di mare profondo.

 

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Figura 2:   1. Paleomappa della distribuzione dei continenti circa 230 milioni  di anni fa (Triassico).    2. Esempio attuale di un sistema di deposizione carbonatico.    3. Esempio fossile di piattaforma carbonatica (Gruppo del Sella).

Nel Giurassico, tra 200 e 135 milioni di anni fa, iniziò la frammentazione di Pangea, con l’apertura dell’Oceano Atlantico e i primi movimenti di allontanamento delle masse continentali e durante il Giurassico medio si avviò il distacco tra Europa e Nord America. La geografia si fece molto più articolata e durante tutto il Periodo aumentò la diversità degli ambienti e degli ecosistemi.

Qualche milione di anni più tardi il continente Europeo e una microplacca facente parte del continente africano chiamata Adria si sono progressivamente avvicinati tra loro (tra 95 e 50 milioni di anni fa). Tutto ciò è la conseguenza dell'apertura dell'Oceano Atlantico meridionale, che spinse l'Africa a ruotare in senso antiorario e avanzare verso nord, proprio in direzione dell'Europa e dell'Asia determinando la lenta chiusura del Golfo della Tetide e generando un iniziale “corrugamento” delle due zolle continentali che infine evolverà con la formazione della catena Alpina (tra 60 e 40 milioni di anni fa).

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Figura 3:   1. Paleomappa della distribuzione dei continenti circa 90 milioni di anni fa (Cretaceo).    2. Tipico affioramento di Maiolica, una  formazione calcarea Cretacea.    3. Affioramento di Gonfolite, conglomerato generato dall’erosione della neoformata catena alpina (Oligocene-Miocene)

La morfologia odierna del territorio Lariano, però, è stata determinata solo “recentemente”, dopo che grandi fiumi come l’antenato dell’attuale fiume Adda (chiamato Paleoadda), hanno inciso profondamente la catena alpina creando ampi e profondi solchi vallivi; questo avvenne durante la cosiddetta “crisi di salinità del Messiniano”, un evento geologico avvenuto nell'ultima parte del Miocene (5 milioni di anni fa), nel corso del quale le acque del Mediterraneo evaporarono quasi completamente, a causa della chiusura dello Stretto di Gibilterra. Le prospezioni sismiche eseguite sui fondali dei grandi laghi lombardi (tra cui il Lario) hanno permesso di evidenziare la presenza di canyon sepolti, con tipici profili a ‘V’ di origine fluviale, molto al di sotto dell'attuale livello del mare.

Le forme che oggi vediamo, sono il risultato del successivo modellamento e riempimento di queste profonde valli durante il periodo Quaternario, quando immensi ghiacciai scesero dalle Alpi fino alle porte della Pianura Padana. Questi enormi “nastri trasportatori” hanno lentamente eroso i fianchi delle valli e depositato il loro carico di detriti a valle, formando le attuali colline moreniche a Sud del Lario.

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Figura 4:  Distribuzione e massima estensione delle lingue glaciali del Lago di Como durante l’ultimo evento glaciale, anche denominato LGM (circa 20.000 anni fa). Immagine realizzata da Giorgio Achermann, Gruppo Naturalistico della Brianza.

Paleomappe tratte da http://www.scotese.com/